martedì 6 settembre 2011

Gheddafi in fuga

Bani Walid, l'ultima roccaforte libica, insieme a Sirte, dei lealisti sembra sempre più in mano ai ribelli. Poche tribù in Libia sono ormai dalla parte di Gheddafi. Dal canto suo si dice che Gheddafi sia in fuga in Niger. Ma come, non diceva di voler combattere fino alla morte? Forse intendeva che combatteva mandando avanti a farsi ammazzare i civili! Fatto sta che il colonnello risulta essere inacciuffabile. Ma il cerchio intorno a lui si stringe. E la Nato continua il suo sostegno ai ribelli per detronizzare il rais libico.

La malata Italia rischia di non guarire!

La crisi italiana si accentua sempre più. Tanto per capirci, siamo ammalati gravemente e rischiamo di essere in fase terminale se non si interviene immediatamente. Il governo dal canto suo prova a modificare nuovamente la manovra finanziaria (e sono 4!), portando al 21% l'ultima aliquota dell'IVA e innalzando l'età pensinabile delle donne. Inoltre sarà emanata una legge costituzionale che abolirà tutte le province. Però è stata messa la fiducia sull'intera manovra, cioè in parlamento non potrà essere modificata (a mio avviso chiedere la fiducia su un passaggio tanto importante rappresenta la fine di una giusta democrazia). La malata Italia potrebbe non giovarsi della cura, tanto che si prevede un'altra manovra finanziaria a breve. I tempi sono sempre più cupi. Le nubi si fanno sempre più fitte e nere all'orizzonte.

Napolitano e il suo senso di unità

Il presidente della repubblica, Carlo Napolitano, cerca di far sentire la sua voce per rassicurare il popolo ed i mercati. Le sue parole invitano all'unità tra le forze politiche e a varare norme che agevolino la crescita e lo sviluppo dell'Italia. Ma come si può fare se tutti litigano? (la maggioranza con la maggioranza; l'opposizione con la maggioranza; sciopero della CGIL appoggiato dal PD). Inoltre di tanto in tanto la lega si fa sentire con la sua idea di secessionismo del Nord Italia dal sud. Insomma se le cose continuano su questo binario, beh, per il nostro bel Paese c'è davvero poco da fare!

L'Italia a rischio default economico!

I mercati rispondono male alla manovra finanziaria italiana. Ieri è stato davvero un lunedì nero per la borse di tutta Europa, con perdite vicine al 5% e lo spread tra i buoni del tesoro italiani e quelli tedeschi che sale a 373 punti (in parole povere c'è poca convenienza ad acquistare i nostri titoli di Stato). Vi è nei confronti dell'Europa, e dell'Italia in particolare, una mancanza di fiducia galoppante, dovua in maggior misura alla mancanza di norme che agevolino la crescita di un Paese. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha incarato la dose nei confronti dell'Italia, dicendo che il nostro Paese è economicamente vicino alla Grecia, un modo garbato per dire che siamo vicini alla bancarotta. Ma che cosa sta combinando la nostra classe politica? Che cosa hanno lavorato a fare (forse!) tutta l'estate se il problema della crisi economica non si riesce nemmeno a tamponarla momentaneamente?

lunedì 5 settembre 2011

Weekend nero per lo sport italiano tra motociclismo, atletica leggera e basket

Le ultime giornate di sport per l'Italia sono state tetre. Ai mondiali di atletica appena conclusi è arrivata solamente una medaglia, per altro di bronzo, per i nostri colori. A portarla ci ha pensato la sempiterna Antonietta di Martino nel salto in alto. Ad una partita dalla fine invece l'Italia del basket è stata eliminata dagli europei. Fatale la sconfitta contro i ben più quotati francesi per 91-84. Non è servito a nulla il cambio di allenatore ormai due anni addietro nè l'inserimento dei tre italiani militanti nella nba. Anche il motociclismo, nella gara di Misano adriatica a San Marino, ha regalato gioie per gli azzurri. Il vincitore è stato Jorge Lorenzo su Yamaha, seguito da Pedrosa (Honda), Stoner (Honda), Simoncelli (Honda team Gresini), Divizioso (honda), Spies (Yamaha) e Valentino Rossi (Ducati). Che lo sport italiano sia ormai in crisi nera?

Libia: possibile un nuovo bagno di sangue

Sembra essere fallito anche l'ultimo tentativo di mediazione tra i ribelli libici e i lealisti. I ribelli, che ormai occupano gran parte del suolo del Paese, tengono sotto scacco la città di Bani Walid, ritenuto il luogo dove si trova l'intero clan di Gheddafi. E così si profila un nuovo bagno di sangue all'orizzonte. Intanto appare definitivamente confermata la morte del figlio minore del colonnello, Kamis, caduto sotto i bombardamenti della Nato. Sebbene i ribelli hanno la vittoria in pugno, l'ombra di Gheddafi, fumo nero inafferrabile per le mani dei suoi oppositori, aleggia sulla Libia minacciosa e tetra. Solo prendendolo (preferibilemnete vivo. E' pur sempre un uomo e non ci si dovrebbe uccidere tra simili) questa guerra, chissà quanto sensata, può trovare il suo epilogo.

Vogliamo davvero vivere in un'Italia così?

Vogliamo davvero vivere in un'Italia così? Vogliamo davvero vivere in un Paese che sembra allo sbando? I conti economici non tengono; i politici varano manovre finanziarie per poi smentirle e cambiarle dopo qualche giorno. I sindacati, la confindustria, l'unione europea, il popolo sovrano vede che non c'è alcuno spiraglio di crescita e che la povertà inizia a diventare una consuetudine, a fronte di una ristretta cerchia di ricconi che se la spassa come e quando vuole. E poi in tv si sente che il premier paga un imprenditore caduto in disgrazia ben 20.000 euro al mese; si sente che paga la "nipote di Moubarak" perchè è in difficoltà economiche. Per non parlare di tutti quei politici che hanno barche ed ogni qual si voglia bene di lusso. D'altro canto i poveri diventano sempre più poveri. Ma vogliamo davvero vivere in un'Italia così?